Orbetello
Le placide acque salmastre della laguna da secoli cullano e avvolgono la cittadina di Orbetello, cuore pulsante di questo specchio d’acqua che il trascorrere dei secoli ha racchiuso nel perimetro composto dalla costa maremmana, dall’enorme montagna nel mare del Monte Argentario e dai due tomboli, quello della Giannella e quello della Feniglia.
Il destino di Orbetello è quello di vivere immerso in ambienti naturali, protetti e particolari; il versante occidentale della laguna è un’oasi del WWF in cui garzette, cavalieri d’Italia e gli splendidi fenicotteri rosa vivono indisturbati e frequentemente immortalati da birdwatcher ma anche dai molti turisti di passaggio.
Sul versante orientale, l’enorme pineta che ricopre il Tombolo della Feniglia costituisce la Riserva Naturale Dune di Feniglia, caratterizzata da un doppio ambiente, lagunare e terrestre grazie alle numerose specie che la abitano; volpi, daini, tassi, donnole e, per citarne solo alcuni, picchi verdi, ghiandaie e cuculi.
Le acque della laguna, costantemente ossigenate da ingressi di acqua salata, sono ricche di anguille, orate, muggini, oggetto di una pesca regolata e sostenibile, fiore all’occhiello dell’economia della cittadina, dalla quale si ottengono prodotti di eccellenza quali la bottarga di muggine e l’anguilla sfumata.
La storia della cittadina lagunare si lega al misterioso popolo degli Etruschi che scoprirono questo lembo di terra e lo protessero con le mura ciclopiche che, ancora oggi, affondano le basi nelle acque lagunari. In seguito furono i Senesi che governarono queste terre nella prima metà del 1400, a costruire la parte delle mura che ancora oggi si può ammirare e percorrere.
Al loro interno si sviluppa l’abitato il cui centro storico è delimitato dalle porte e dalle fortificazioni risalenti al XVI° secolo quando Orbetello fu dichiarata capitale dello Stato dei Presidi, un’enclave spagnola in terra toscana che comprendeva anche l’isola d’Elba ed il Promontorio del Monte Argentario. Molte sono le testimonianze che rimangono di questo periodo tra le quali il Palazzo del Governatore e la Polveriera Guzman, costruita dagli spagnoli nel 1692 come deposito di esplosivo e successivamente usata da Garibaldi, durante la Spedizione dei Mille, per fare rifornimento durante la sosta a Talamone.
Al di fuori delle mura, è la parte più moderna, anch’essa ricca di storia. Basta spostarsi di pochi metri, infatti, le recinzioni architettoniche del Parco delle Crociere riportano agli anni 20 del secolo scorso. Al loro interno è ancora presente molto delle costruzioni che costituivano la cittadella militare collegata all’idroscalo, i cui hangar furono progettati dall’architetto Pier Luigi Nervi, e che servì a Italo Balbo come base di partenza per le crociere e le trasvolate atlantiche tra il 1928 ed il 1933. I resti del grande aviatore italiano, insieme a quelle di molti aviatori suoi compagni, riposano nel cimitero della cittadina.